Gli ultimi due incidenti che hanno coinvolto un B-737 della compagnia indonesiana Lion Air e lo stesso modello della compagnia etiope Ethiopian Airlines hanno sollevato dubbi e perplessità circa il rapporto uomo-macchina.
Dalle prime risultanze delle investigazioni su questi incidenti sembra che i sistemi automatici degli aerei abbiano manifestato comportamenti tali da alterare pericolosamente la traiettoria di volo fino a rendere l’intervento dei piloti inefficace.
Nel caso di questi due incidenti, l’indicatore dell’angolo di attacco ha fornito dati errati che l’automazione non ha riconosciuto come tali. La conseguenza è stata un intervento automatico del sistema di protezione che ha portato a una brusca picchiata verso terra che i piloti non sono riusciti a contrastare.
A seguito di questi incidenti la comunità aeronautica si è posta il problema del rapporto uomo-macchina, preoccupandosi della comprensibilità, della gestione e dei livelli di rischio associati al ruolo pervasivo dell’automazione a bordo degli aerei.
Sono emerse una serie di questioni che riguardano la progettazione, la costruzione, la certificazione, l’implementazione di tecnologie avanzate per la condotta dei voli, la formazione dei piloti e, non secondarie, quelle legate alla responsabilità, declinata secondo il paradigma anglosassone in responsibility, accountability e liability. Di questo ed altro si è dissertato il 14 maggio 2019 nel corso di una tavola rotonda in un aula del Palazzo della Corte di Cassazione gremita di avvocati.